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mercoledì 31 agosto 2011

Nausea in gravidanza?

Il bambino sarà più a rischio depressione?
La nausea è uno dei più classici e diffusi disturbi della gravidanza, che colpisce la futura mamma soprattutto durante il primo trimestre. Di solito si tratta di un malessere transitorio, ma in pochi, sfortunati casi, può diventare un problema davvero invalidante. Parliamo di una sindrome specifica, denominata iperemesi gravidica, in cui la nausea e il vomito diventano un incubo che accompagna la donna incinta per tutto il giorno e per tutta la durata della gestazione.
Nausea gravidanza depressione bambino

Purtroppo, questo disturbo, che colpisce circa l’1% delle gestanti, può diventare preoccupante non solo per il benessere della mamma, ma anche per quello del feto nell’utero, che può subire delle conseguenze spiacevoli dopo la nascita. I ricercatori della Geffen School of Medicine dell’UCLA (California, USA), grazie ad uno studio effettuato su 150 neo mamme che avevano sofferto proprio di iperemesi gravidica, hanno scoperto che i loro bambini erano più soggetti a sviluppare problemi alla sfera neurologica, come depressione, ansia e disturbo bipolare. L’iperemesi gravidica va seguita con attenzione dai medici, e se necessario necessita anche del ricovero ospedaliero, per permettere alla mamma di essere nutrita e idratata adeguatamente.

Disturbi in gravidanza: i crampi

I crampi muscolari in gravidanza sono uno degli innumerevoli disturbi che una donna deve sopportare durante i nove mesi della dolce attesa, in aggiunta alle classiche nausee mattutine, alla sonnolenza, alle fastidiose perdite intime e alle fluttuazioni dell’umore. Ovviamente si tratta di malesseri tutti perfettamente fisiologici, nella maggior parte dei casi dovuti all’aumento degli ormoni della gravidanza nel sangue, e comunque di lieve entità. La futura mamma affronta qualunque prova per portare a termine la gestazione nel migliore dei modi e dare alla luce il suo bimbo, però, a volte di pazienza ce ne vuole davvero tanta!

I crampi costituiscono un disagio che non colpisce tutte le donne incinte, ma che quando si presenta suscita un po’ di apprensione. Si verificano soprattutto durante il terzo trimestre, quando il pancione comincia a “pesare” sul serio, e nottetempo, disturbando il sonno. Come si manifestano? Sono dei dolori improvvisi e anche molto forti che interessano le gambe. Dal punto di vista medico, si tratta di contrazioni involontarie della muscolatura, ma non sono un sintomo di cui preoccuparsi più di tanto, nè indicano una condizione patologica .

Anzi, in verità le cause non sono ancora del tutto chiare. I medici sospettano che i crampi che attanagliano le gestanti a partire dal settimo mese dipendano da una modifica (naturale) e un rallentamento della circolazione venosa o, più probabilmente, da una sorta di squilibrio/carenza di sali minerali quali potassio, magnesio, calcio, sodio, “sottratti” alla madre dal feto in pieno sviluppo.

Le contrazioni, pur molto dolorose, non durano mai più di 1-2 minuti, e colpiscono soprattutto piedi, polpacci e cosce. Non si tratta di un disturbo grave ma può essere piuttosto fastidioso, quali, perciò, i rimedi? Innanzi tutto, i crampi si possono prevenire attraverso una corretta alimentazione, ricca di frutta e verdura (soprattutto ortaggi a foglia verde, pomodori, legumi, patate, banane, kiwi) e di calcio (contenuto in latte e yogurt ma anche in verdure, carne e pesce).

In secondo luogo, è bene praticare regolare attività fisica leggera, come le camminate o il nuoto in estate e non dormire con coperte troppo strette intorno al corpo, soprattutto alle gambe. Da tener presente che questo disturbo si verifica più di frequente tra le gestanti che affrontano il terzo trimestre in estate, perchè il caldo porta una perdita di sali minerali dovuta al sudore e influisce anche sulla circolazione venosa.

Come prevenire e curare i crampi in gravidanza naturalmente

Tra i tanti piccoli disturbi della gravidanza, ci sono anche i crampi muscolari, che possono colpire le gambe e i piedi della donna incinta soprattutto durante la fase conclusiva della gestazione. Non bisogna assolutamente allarmarsi, anche se si tratta di contrazioni involontarie abbastanza dolorose e improvvise, la donna deve sapere che non si tratta di nulla di grave e neppure di un fenomeno raro, al contrario! Soprattutto nel corso del terzo trimestre, quando il pancione diventa bello ingombrante, svegliarsi nel cuore della notte con uno spasmo acuto al muscolo del polpaccio o alle dita dei piedi non è affatto inusuale. Vediamo quali sono le cause dei crampi in gravidanza e come poterli prevenire e curare quando si presentano.

Crampi in gravidanza prevenzione

Le cause dei crampi in gravidanza.

I crampi muscolari nel corso dell’ultima fase della gravidanza sono dovuti, fondamentalmente, a due fattori: da un lato il peso del feto nell’utero che va a comprimere i nervi e i vasi sanguigni delle gambe, dall’altro un piccolo squilibrio elettrolitico. In buona sostanza, da un lato è colpito il sistema nervoso e circolatorio (che un po’ si inceppa a causa dell’aumento ponderale), che va a scapito dell’apparato muscolare, dall’altro il metabolismo. Carenze di minerali come il magnesio, il potassio e il calcio possono determinare queste ripercussioni sulla muscolatura degli arti inferiori. Il fenomeno dei crampi può accentuarsi nel caso che vi siano problemi pregressi legati alla circolazione sanguigna o quando l’aumento ponderale diventa piuttosto importante.

Come prevenire i crampi in gravidanza

Per prevenire, per quanto possibile, i crampi durante l’ultimo trimestre della gravidanza, la donna in dolce attesa deve seguire qualche semplice regola di comportamento, a cominciare dalla tavola. Come abbiamo anticipato, infatti, una delle cause delle contrazioni muscolari che possono verificarsi in modo improvviso, è una carenza di alcuni sali minerali come il magnesio e il potassio. Per questo motivo, è necessario garantirsi il giusto apporto di queste sostanze attraverso una corretta alimentazione, privilegiando alcuni cibi specifici. Innanzi tutto, però, è bene ricordarsi di bere molta acqua, specie durante l’estate, perché proprio quest’ultima è la principale fonte di minerali. In secondo luogo, frutta e verdura non devono mai mancare ad ogni pasto, in particolare banane, kiwi, patate, legumi (sia secchi che freschi), tutti i vegetali a foglia verde e i pomodori. Inoltre, particolare attenzione anche ai latticini per il loro apporto di calcio, specialmente lo yogurt, infatti il feto nel suo sviluppo “sottrae” alla mamma molto di questo minerale prezioso, ecco perché è così importante non rimanere “a secco”! Ma la prevenzione dei crampi non si conclude a tavola. Anche il movimento è necessario per evitare sgradevoli conseguenze muscolari. Fare tante passeggiate e svolgere una regolare attività fisica adatta alla gravidanza, come lo yoga o il nuoto, aiutano a mantenere in efficienza la muscolatura fino all’ultimo mese. Anche indossare indumenti comodi e che non “costringano” il corpo in nessuna parte è buona norma, specialmente è bene evitare pantaloni troppo stretti e biancheria intima inadeguata, proprio per evitare che si verifichino compressioni dei nervi e dei vasi sanguigni. Anche le coperte non devono stringersi attorno al corpo durante la notte. Cercate, inoltre, di non rimanere ferme in una stessa posizione troppo a lungo e se vi sentite contratte, concedetevi un bel bagno caldo o tiepido, o dei pediluvi, magari con del sale grosso defatigante.

Come curare i crampi in gravidanza

Nonostante tutte le precauzioni e le misure preventive adottate, un qualche episodio di crampi notturni (o diurni), può sempre verificarsi. Qual è, in questi casi, il primo intervento? Innanzi tutto, un bel massaggio della parte colpita dalla contrazione muscolare, provvedendo a “tirare” bene la muscolatura per farla distendere. Anche avvolgere la parte in un asciugamano caldo è ottimo rimedio, perché il calore ha un effetto distensivo sulla muscolatura. Per una maggiore efficacia del massaggio potete applicare anche degli oli o delle pomate che si “scaldino”, come l’Arnica, ad esempio. Ancora, anche i rimedi omeopatici possono essere utili per contrastare il fenomeno dei crampi, come Oligoel n° 8 e Oligoel n° 14, che sono dei preparati proprio a base di magnesio e potassio. In conclusione, se i crampi dovessero moltiplicarsi nonostante tutte le vostre misure precauzionali, è meglio che vi rechiate dal medico perché potrebbe esserci qualche problema di circolazione venosa più importante.
 

Quali sono i sintomi della gravidanza del primo mese?

Moltissime donne se lo sono chieste: quali sono i sintomi della gravidanza del primo mese? Ovviamente oggi vi daremo alcuni consigli ma ricordate che l’unico modo per essere veramente certe di essere incinta è fare un test di gravidanza o andare dal ginecologo. I sintomi dei primi mesi possono infatti spesso essere confusi con quelli del ciclo o con altri problemi: il condizionamento psicologico di chi cerca un bambino poi non aiuta e ci porta a vedere un sintomo anche dove non c’è.

Chiaramente il primo sintomo lampante è l’amenorrea, ovvero la scomparsa delle mestruazioni. Attenzione però, potrebbe anche essere associata ad un periodo di stress o ad altre patologie che non riguardano certo la gravidanza.

Alcune donne cominciano da subito a sentire dolore e gonfiore al seno, stato che può però anche indicare l’arrivo del ciclo.

Ci possono poi essere molti altri sintomi, che variano da donna a donna. Uno di questi può essere la stanchezza (che si presenta ad 1-6 settimane dal concepimento), oltre alla sensibilità agli odori e alla nausea (che arrivano circa 2-8 settimane dopo il concepimento).

Ricordate poi che molto dipende poi da donna a donna. Solitamente i sintomi veri arrivano dopo un mese o due dal concepimento ma ci sono anche donne che li avvertono dopo soli 10 o 15 giorni.

Per mantenersi in forma durante la gravidanza lo yoga è perfetto.

Yoga gravidanza eserciziEcco due semplici esercizi:

Durante la gravidanza per una donna è importante mantenersi in forma, perché questo non solo permette di ritornare facilmente e velocemente al proprio peso dopo il parto, ma soprattutto fa sì che i nove mesi della dolce attesa siano più facili da vivere risentendo di meno di disturbi come mal di schiena e crampi. A tale scopo, una delle attività sportive più indicate per tutte è sicuramente lo yoga, che tra l’altro aiuta anche a mantenersi rilassate e serene, perché agisce a livello emotivo e psichico, non solo fisico.

Un benessere globale che può essere mantenuto semplicemente praticando quotidianamente qualche semplice esercizio. Oggi ve ne presentiamo due, facili e ottime anche per facilitare il parto quando sarà il momento. Si tratta delle posizioni dette del Gatto e della Farfalla, vediamo come eseguirle.

  1. Posizione del Gatto:
  • Ci si pone a quattro zampe, le gambe e le braccia parallele e le mani aperte poggiate a terra. Inspirando quanto più profondamente possibile, si deve inarcare la schiena spingendo il pancione verso il basso e sollevando il viso e il collo verso l’alto. Si manterrà la posizione per qualche secondo, trattenendo il respiro, quindi, espirando, si raggiungerà la posizione opposta. Incurvando la schiena (proprio come i gatti) si abbasserà anche il viso, spingendo il meno verso il petto. L’esercizio si ripeterà alcune volte, in modo dolce e lentamente. I benefici della posizione del gatto sono relativi alla muscolatura di schiena, addominali e bacino, che vengono mantenuti elastice.
    •      Posizione delle Farfalla:
      • Ci si siederà per terra con la schiena dritta, gambe piegate in modo che le piante deipiedi combacino l’una contro l’altra e i talloni siano quanto più vicini possibile al bacino. Le mani si posizioneranno sulle punte dei piedi uniti, tenendole, e così si effettueranno delle oscillazioni delle gambe e delle ginocchia. Questo semplicissimo e classico esercizio, è davvero estremamente utile per mantenere tutta l’area del bacino elastica








    La merenda dei bambini

    La merenda dovrebbe fornire il 10-15% delle calorie quotidiane, ma le esigenze possono cambiare da bambino a bambino, vediamo insieme come regolarci.

    Mamma cosa mi hai portato per merenda? Una domanda semplice, che dovremmo però porci noi genitori prima di proporre lo spuntino pomeridiano ai nostri bambini. “La merenda, infatti, non è un riempitivo tra un pasto e l’altro ma uno spuntino importantissimo che, se integrato con gli altri pasti, può fornire nutrienti importanti per la crescita dei più piccoli”, spiega il dottor Giorgio Donegani, Dottore in Scienze e Tecnologie Alimentari e Docente di merceologia degli alimenti presso il Politecnico del commercio di Milano.

    Per i bimbi con un giusto peso. La merenda ideale è a base di carboidrati complessi che forniscono energia, di una piccola quantità di proteine, di vitamine e minerali. In pratica puoi dare a tuo figlio una fetta di crostata con una frullato. o due fette di pane leggermente tostato con la marmellata e un succo di frutta, oppure una merendina con un frullato.

    Per i bimbi un po’ in carne. “La merenda deve essere gustosa e saziante ma non troppo calorica”, dice Donegani. Puoi quindi proporre della frutta fresca, magari sotto forma di macedonia, anche con una pallina di gelato, purché alla frutta perché meno calorico. In alternativa puoi preparare la frutta cotta al forno (anche al microonde) o dei frullati con acqua, un po’ di succo di limone e poco miele per dolcificare.

    Per i bimbi magrolini. “La merenda può essere uno dei momenti migliori per integrare la dieta”, dice Donegani. Stuzzica il suo appetito con una crema a base di miele e ricotta da spalmare sul pane, oppure proponi uno yogurt con un paio di cucchiai di muesli. Aggiungi sempre un succo di frutta, un frullato o una spremuta fresca. E 1-2 volte la settimana puoi optare per una merenda decisamente più calorica, a base di pane e prosciutto o di pane e formaggio, che fornisce anche 450 calorie.

    martedì 30 agosto 2011

    Consigli e rimedi per evitare di passare la notte in bianco

    Anche i più piccoli possono soffrire d’insonnia


    Ninna nanna, ninna-oh…Forse hai sempre pensato che l’insonnia fosse un problema degli adulti. Invece riguarda anche i piccoli: ha problemi di sonno il 20-30% dei bimbi nel primo anno di vita. A differenza dell’insonnia dei “grandi”, per ritrovare la buona “nanna” non sono mai necessari farmaci. È sufficiente mettere in pratica delle semplici regole di igiene del sonno che servono a ristabilire il ritmo del riposo e della veglia. “L’insonnia nei piccolini è legata, nella metà dei casi, a un preciso disturbo”, spiega Susanna Esposito, vice-direttore dell’Unità operativa di pediatria I, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano.

    Che male al pancino!

    La causa più frequente è la colica gassosa, provocata da un po’ di aria nell'intestino. In questo caso il bambino piange disperato, irrigidisce le gambe, scalcia e non si calma neppure se lo si culla. Per aiutarlo a superare la crisi fagli un massaggino sulla pancia in senso orario, senza toglierlo dal suo lettino. Parlane però con il pediatra: a volte è semplicemente un problema di tettarella consumata, per cui il piccolo mentre mangia aspira aria.
    Si può trattare però anche del segnale di un'intolleranza al latte artificiale che gli stai dando. I sintomi? È irritabile, fatica ad addormentarsi e quando finalmente il sonno ha il sopravvento non è mai ininterrotto. In questo caso prova a sostituire il prodotto che stai usando con quello di un’altra marca. Oppure passa al latte di soia per uso pediatrico: non contiene lattosio che è la sostanza che scatena il disturbo.

    Come puoi consolare il tuo bimbo quando piange?


    Per calmarlo, canta dolcemente solo per lui, stringilo a te e cullalo avvolto in un lenzuolino.


    Piange: come puoi consolare il tuo bimbo?Quattro neonati su cinque piangono diverse volte al giorno. Nella maggior parte dei casi queste crisi - che possono durare anche un’ora - sono provocate dalle coliche, ma altre volte si verificano senza una causa apparente soprattutto verso sera. Una delle spiegazioni proposta dagli esperti potrebbe essere la confusione e il senso di disordine che spesso regnano nelle case prima dell’ora di cena, momento in cui si rientra dal lavoro. In altri casi questo pianto è liberatorio e arriva improvviso al termine della giornata, quando il bimbo è piuttosto stanco. Vediamo perché i piccolissimi piangono e come è possibile consolarli.
    Il problema coliche
    Se il bimbo piange, soprattutto verso sera, in modo inconsolabile emettendo vere e proprie urla è in corso una colica: il tratto digestivo, ancora immaturo, si contrae violentemente al passaggio dei gas. Altri segnali di conferma: il neonato porta le ginocchia verso l’alto, stringe i pugni e chiude gli occhi oppure li spalanca corrugando la fronte e trattenendo il fiato. Il bimbo in questa situazione cerca il seno della mamma o il biberon, ma poi lo rifiuta appena prova a succhiare.

     I rimedi
    È importante prevenire l’aerofagia, ossia l’ingestione di aria durante la deglutizione. Il consiglio è quello di tenere il bambino il più possibile semi-seduto quando lo si allatta. E ancora: fargli fare spesso il ruttino. Se prende il latte artificiale tieni sempre il biberon ben sollevato, stai attenta che la tettarella sia costantemente piena di latte così il piccolo non ingurgita aria.

    lunedì 29 agosto 2011

    Taglio cesareo, addio cicatrice

    Il lipofilling è una soluzione semplice e indolore 

    Lineare e ben nascosta anche dal bikini, la cicatrice che lascia un parto cesareo è, però, raramente una bella cicatrice. “E questo per due ragioni”, dice Marco Klinger, professore di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica presso l’Università degli Studi di Milano - Istituto Clinico Humanitas. “La prima è che bisogna accostare due lembi di tessuto molto diversi tra loro: quello addominale, solitamente molto sottile proprio a causa della gravidanza, e quello pubico, costituzionalmente più spesso e adiposo. Suturare in queste condizioni può dar luogo a una sorta di scalino. La seconda, poi, è che chi ha subito un taglio cesareo difficilmente presta alla cicatrice, proprio per il momento che si trova a vivere, le cure e l’attenzione che questa meriterebbe per guarire al meglio".

    Una questione genetica 
    In cosa consistono queste "cure"? In sostanza, in pochi minuti di massaggio al giorno e nella compressione della cicatrice, almeno durante la notte, con un cerotto di carta o microporoso, che serve ad evitare che la cicatrice sia ipertrofica, cioè si sviluppi troppo, diventando ancor più evidente.
    "E poi non bisogna dimenticare che la qualità delle cicatrici è pesantemente determinata da questioni genetiche, per cui ci sono persone che costituzionalmente sviluppano brutte cicatrici, anche quando si sono avute tutte le accortezze, mentre ce ne sono altre che tendono a non conservare segni".


     

    La dieta in gravidanza: vietato mangiare per due!

    Una corretta alimentazione è indispensabile per garantire la salute della mamma e un’evoluzione senza problemi del feto

     

    La dieta in gravidanza: vietato mangiare per due!
    Il concetto che la gestante debba “mangiare per due” è ormai superato. "Il fabbisogno giornaliero di calorie da introdurre varia da circa 2000 a 2500 calorie. È molto importante seguire una dieta il più possibile varia ed equilibrata con non meno di 1600 calorie giornaliere, per non provocare un ritardo di crescita fetale, specialmente nel terzo trimestre di gravidanza" puntualizza il prof. Claudio Giorlandino, Presidente della S.I.Di.P Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale.  Tuttavia, questo calcolo rappresenta un'indicazione di massima, da variare a seconda dell’indice di massa corporea: legato, cioè, al peso pregravidico ed alla statura. L’aumentato fabbisogno energetico nel periodo di gestazione non deve far dimenticare l'importanza di mantenere un adeguato equilibrio tra proteine, carboidrati e grassi. "Durante la gravidanza è richiesto un maggior apporto di quasi tutte le vitamine, in modo speciale di acido folico, vitamina A, vitamina D e vitamina C" continua il prof. Giorlandino. Aumenta anche la richiesta di minerali, in particolare calcio (se non è l’alimentazione materna a fornirlo, saranno le ossa della madre a privarsene, decalcificandosi), ferro (spesso è necessario ricorrere a supplementazioni), fosforo, magnesio e iodio. L’acido folico è una delle vitamine più spesso deficitarie durante la gravidanza e pertanto vengono generalmente prescritti preparati integrativi allo scopo di prevenire un’anemia da carenza di folati, nonché l’insorgenza nel nascituro di malattie quali la spina bifida e la anencefalia, riunite sotto il nome di difetti del tubo neurale (NTD).

    I consigli alimentari non sono molto diversi da quelli che vengono forniti per una normale dieta equilibrata:

    - mangia molti cereali integrali, frutta e verdura freschi di stagione per fare scorta di vitamine e fibre, preziose per il mantenimento della motilità intestinale

    - consuma almeno due volte al giorno alimenti ad alto contenuto proteico, come carne, uova, legumi per il loro contenuto di ferro, indispensabile per la formazione dei globuli rossi e quindi per prevenire l'anemia

    - latte, noci e verdure a foglia verde sono importanti per il loro contenuto di calcio, ferro e acido folico

    Dieta lipotropa in gravidanza riduce il rischio di cancro al seno nella nascitura

    Dieta lipotropa in gravidanza riduce il rischio di cancro al seno nella nascitura

    Chung S. Park, professore di scienze animali presso la North Dakota State University, ha pubblicato un importante lavoro inerente la prevenzione dello sviluppo del cancro al seno nelle figlie di donne a rischio di cancro.  Secondo i dati della ricerca, la dieta di una futura madre, contenente alcuni particolari nutrienti, può potenzialmente ridurre il rischio di cancro al seno nelle figlie femmine. Il dott. Park ha studiato 45 cavie organizzate in due gruppi: un gruppo serviva da controllo, mentre l'altro è stato nutrito con una particolare dieta. I cuccioli che sono nati, sono stati divisi in gruppi in base al regime alimentare della madre durante il periodo di gestazione. Le femmine, sono quindi state trattate con una sostanza chimica in grado di indurre il cancro al seno. I risultati dello studio hanno dimostrato che la prole di madri trattate con la particolare dieta lipotropa (gruppo metilico contenente sostanze nutritive, tra cui la metionina, colina, acido folico e vitamina B12) manifestavano una minore incidenza di contrarre tumori,oppure una crescita ridotta degli stessi rispetto al gruppo di cavie di controllo.

    giovedì 14 luglio 2011

    Regalla un sorriso

    Oggi proponiamo un servizio molto utile, che rende questo gesto facile e immediato.
    Parliamo di ItalianFlora, un sito che offre servizi di consegna a domicilio di fiori, prenotabile direttamente online e disponibile in tutta Italia e nel mondo.
    È possibile scegliere fra tantissime composizioni, piante e mazzi di fiori freschi, allegando anche un messaggio per il destinatario.
    ItalianFlora garantisce sempre la freschezza e la cura di ogni composizione, nonché la massima privacy su ogni consegna.

    Siamo lontani da feste comandate o ricorrenze particolari, ma le occasioni per un pensiero intramontabile come regalare un mazzo di fiori ci sono tutto l’anno.
    Insomma, un sito da tenere a mente per un pensiero speciale.

    lunedì 11 luglio 2011

    Diabete in gravidanza si 'trasmette' al bimbo

    Le donne che soffrono di diabete gestazionale sono a maggior rischio di avere figli che combatteranno in eta' adulta con il diabete e con problemi di peso. Lo rivela uno studio dell'Istituto Garvan di ricerca medica di Sydney, secondo cui i neonati da madri diabetiche hanno un tasso metabolico piu' basso e ingrassano spontaneamente anche con una dieta normale.
    Nella ricerca descritta sulla rivista Diabetologia, i ricercatori hanno scoperto che nei topi di laboratorio che contraevano il diabete durante la gravidanza, questo aveva l'effetto di 'programmare' nel feto problemi di peso e di altro genere.

    E hanno osservato mutamenti nell'espressione di certi neuropeptidi nel cervello, che controllano l'equilibrio energetico ed il peso corporeo nelle prole. ''Man mano che i nuovi nati guadagnano peso, nell'organismo diminuisce la capacita' di secernere e di utilizzare l'insulina, un segnale di diabete ai primi stadi'', scrive Jenny Gunton, che ha guidato la ricerca.
    Questa rivela un legame diretto fra i livelli di zucchero nel sangue della madre durante la gravidanza, e le caratteristiche metaboliche della prole in eta' adulta. I nati da donne con diabete gestazionale inoltre hanno una maggiore probabilita' di richiedere il parto cesareo per via delle maggiori dimensioni. Il diabete gestazionale compare normalmente alla fine del secondo trimestre.
    Non da' segni clinici apparenti ma deve essere tempestivamente trattato per evitare problemi sia per la madre che per il feto, aggiunge la studiosa. Una delle principali cause e' la produzione di un ormone, da parte della placenta, detto Lattogeno Placentare (hPL), che interferisce con l'azione dell'insulina.

    giovedì 30 giugno 2011

    Piccoli inconvenienti in gravidanza

    - Alcuni piccoli inconvenienti sono del tutto normali in gravidanza, e vanno affrontati con la serenità e la consapevolezza che si tratta di innocui effetti collaterali di un momento transitorio della nostra vita. Ci sono invece altri problemi, vere e proprie patologie, che vanno assolutamente evitati e combattuti.
    In entrambi i casi ci viene in aiuto la nostra alimentazione: ecco qualche “dritta” per una gravidanza senza (piccoli) disturbi né (grandi) rischi.

    Attachi di fame

    Mangiare: croce e delizia della dolce attesa! Ma quando il cibo diventa un’idea fissa, fai così:
    • chiediti se mangi abbastanza ai pasti
    • accertarti di consumare cibi ricchi di fibra: verdure, legumi, frutta, cereali integrali
    • programma spuntini leggeri a metà mattina e metà pomeriggio, a base di frutta, latticini, pane o cereali integrali.
    Nausea

    Fanno spesso la loro comparsa al mattino a digiuno e, benché siano decisamente antipatiche, sono considerate un segnale positivo per la gravidanza, in quanto indici di un tasso elevato di progesterone, ormone indispensabile al buon svolgimento della gestazione. Combattile così:
    • al risveglio mangia subito uno-due biscotti, e poi fai colazione
    • consuma piccoli pasti, facendo vari spuntini durante la giornata
    • limita i piatti grassi, pesanti da digerire, gli alimenti acidi e piccanti.

    Al contrario di nausea e vomito (che in genere caratterizzano solo i primi mesi), acidità e bruciori di stomaco sono tipici della parte finale della gravidanza, quando aumenta la secrezione gastrica e gli acidi salgono fino a sentirli quasi in gola. Per regolare le secrezioni acide e favorire la digestione:
    • non farti mancare la lattuga, anti-acido vegetale
    • occhio alle cipolle: per ridurne l’acidità puoi congelarle prima di tagliarle, ma l’importante è cuocerle
    • finocchio a gogo: è un super-balsamo per lo stomaco
    • sì a latte e yogurt: bevi un bicchiere di latte caldo prima di coricarti
    • bandisci dalla tua tavola i cibi acidi, l’aceto e le bibite gassate
    • mangia lentamente e cena presto alla sera.
    Stitichezza

    La gravidanza può provocare o aggravare i disturbi del transito intestinale: il progesterone infatti provoca un rilassamento delle fibre muscolari e il feto, che comprime l’intestino, disturba il progredire del bolo fecale. Risultato: passaggio difficoltoso. Per facilitarlo:
    • consuma regolarmente cibi ricchi di fibra
    • bevi tanta acqua.
    Stanchezza e anemia
     
    Ti senti a pezzi? Una leggera anemia è normale in gravidanza, tuttavia per combattere la spossatezza tipica della gestazione e del calo di ferro:
    • consuma carni rosse, cereali, sardine, broccoli, fagiolini, albicocche e… cioccolato!
    • bevi aranciate e succhi di agrumi (la vitamina C aiuta ad assimilare il ferro)
    • riduci tè e caffè: ostacolano l’assimilazione del ferro.
    Listeriosi

    È un’infezione batterica che si trasmette attraverso il consumo di alimenti contaminati, ma per nostra fortuna è sensibile al calore. Si raccomanda di:
    • non consumare prodotti del latte appena munto, formaggi a pasta non lavorata (brie, camembert, formaggio di latte di capra ecc.), crosta dei formaggi, affettati, pesce crudo, pesce affumicato, frutti di mare crudi e germogli di grano
    • lavarsi le mani dopo aver manipolato alimenti non cotti
    • sciacquare bene frutta e verdura
    • cuocere bene carni e pollame.

    Come per la listerosi, sono fondamentali alcune norme alimentari e precauzioni comportamentali e igieniche. Infine, chi possiede un gatto dovrebbe curare anche la sua alimentazione e la sua igiene quotidiana.

    Amniocentesi

    L'amniocentesi consiste nel prelievo per via transaddominale di una piccola quantità del liquido amniotico, che avvolge e protegge il feto durante la crescita ed il suo sviluppo. La nuova vita è infatti ospitata all'interno di una sacca, detta sacco amniotico o amnios, ripiena di un liquido - il liquido amniotico - che la protegge da urti, sbalzi termici e pressioni di vario genere.
    L'amniocentesi è una procedura medica mini-invasiva, utilizzata prevalentemente per la diagnosi prenatale di anomalie cromosomiche, infezioni ed alterazioni dello sviluppo fetale, come ad esempio la spina bifida e la sindrome di Down. Il liquido amniotico contiene infatti delle cellule, dette amniociti, che provengono direttamente dal feto; una volta isolate, tali cellule possono essere moltiplicate ed utilizzate in laboratorio per analisi citogenetiche e/o molecolari.

    Tecnica e rischi

    Di regola, l'amniocentesi viene eseguita a partire dalla quindicesima settimana di gravidanza, quando la cavità amniotica ha raggiunto dimensioni tali da non costituire rischi particolari per il feto durante l'esame. Tali rischi vengono ulteriormente ridotti da una preventiva ecografia, che mostra la posizione del feto e della placenta. Se la gestante è idonea all'esame - che è ad esempio controindicato in presenza di febbre od altre infezioni in atto - la pelle dell'addome viene disinfettata con una soluzione antisettica. Sotto costante guida ecografica, lo specialista in ostetricia e ginecologia infila un sottilissimo ago attraverso la cute che ricopre la sottostante cavità uterina, allo scopo di raggiungere la cavità amniotica e prelevare circa 15 ml dell'omonimo liquido. Si consideri che alla 14esima settimana di gestazione tale liquido occupa un volume di circa 100 ml, che sale a 150-200 ml 15/30 giorni più tardi e a 500 ml intorno alla ventesima settimana. Il monitoraggio ecografico non produce radiazioni ionizzanti, è assolutamente innocuo e come tale non provoca alcun danno al feto, anzi, permette di controllare la sua posizione e quella dell'ago, minimizzando il rischio di complicanze.
    In laboratorio, una piccola parte di liquido amniotico viene utilizzata per eseguire test biochimici diretti, mentre dalla rimanente vengono isolate le cellule fetali, successivamente coltivate per ottenere un campione numerico sufficiente alla valutazione del cariotipo.
    L'esame non è doloroso (al più fastidioso), dura pochi minuti e non richiede anestesie particolari o il ricovero ospedaliero; al termine dell'amniocentesi è comunque necessario rimanere per 30-60 minuti nel centro sanitario. Nei 2/3 giorni successivi all'esame è bene astenersi da attività fisiche pesanti; inoltre, nel caso si dovessero avvertire dolori addominali prolungati o la comparsa di febbre o strane perdite vaginali, è importante informare immediatamente i propri assistenti sanitari.
    Come tutte le procedure invasive, anche se praticata da personale esperto e ben attrezzato, l'amniocentesi presenta una certa percentuale di rischio abortivo, grossomodo quantificabile in una possibilità su 200. Studi più recenti, datati 2006, indicano che il rischio aggiuntivo di aborto, rispetto a donne non sottoposte ad amniocentesi, è particolarmente basso (0,06%) se non addirittura nullo. Si tratta quindi di una procedura sicura, caratterizzata da una piccolissima percentuale di rischi e complicanze. Una di queste viene annullata somministrando alle gestanti Rh negative non immunizzate, con partner Rh positivo, immunoglobuline anti-D; l'iniezione di tali anticorpi si rende necessaria per il possibile passaggio di sangue fetale nel circolo materno, con conseguente produzione di immunoglobuline che potrebbero danneggiare il bambino.
    Teoricamente, l'abortività associata ad amniocentesi può essere ricondotta allo sviluppo di amniotite (infezione del liquido amniotico), alla rottura delle membrane o alla comparsa di attività contrattile non controllabile con la terapia medica. Errori diagnostici e fallimenti colturali che richiedono la ripetizione del test sono estremamente rari (<0,2%). A causa di questi rischi è assolutamente necessario che l'amniocentesi venga preceduta dalla sottoscrizione del consenso informato da parte della gestante, che ha il diritto di ottenere preventivamente ogni genere di delucidazioni su modalità, limiti diagnostici e rischi della procedura.
    Considerati i costi e soprattutto le rare, ma pur sempre possibili, complicanze, l'amniocentesi non viene effettuata nel caso in cui i genitori escludano a priori qualsiasi ipotesi di interruzione gravidica, a meno che non vogliano eseguirla al solo fine di prepararsi con maggiore consapevolezza alla nascita di un bambino affetto da qualche anomalia. Non si tratta inoltre di un esame di routine, ma di un'indagine diagnostica a cui vengono sottoposte soltanto le madri consenzienti considerate a rischio. Aldilà di ciò, l'amniocentesi rimane comunque un esame assolutamente facoltativo ed i genitori sono gli unici responsabili della loro scelta.

    Quando si esegue l'amniocentesi? Quali sono le sue indicazioni?

    Solitamente, l'amniocentesi viene eseguita tra la 16esima e la 18esima settimana di gravidanza. Tuttavia, il desiderio di ottenere indagini più precoci, ha indotto numerosi autori ad anticipare sempre più la data dell'esame, tanto da praticarlo addirittura tra la decima e la dodicesima settimana di gestazione. Si parla, in questi casi, di amniocentesi precoce. L'incidenza di complicazioni aumenta in maniera sensibile rispetto all'amniocentesi standard, ma si ha il vantaggio dell'anticipazione diagnostica.
    Come risposta a questa esigenza di anticipare il più possibile la diagnosi prenatale, ormai da diversi anni è disponibile un altro esame, definito villocentesi (prelievo dei villi coriali), che si esegue tra la X e la XII settimana. Il principale vantaggio dell'amniocentesi rispetto alla villocentesi è che il rischio di contaminazione da parte di cellule materne è minore, così come il rischio abortivo (anche se questo si è ormai livellato tra le due procedure, grazie al miglioramento delle tecniche e dei protocolli diagnostici).
    Si parla di amniocentesi tardiva quando la tecnica diagnostica viene eseguita dopo la ventesima settimana di gestazione. In questo caso le indicazioni sono quelle di valutare in generale lo stato di salute del feto, la sua maturità polmonare (in vista di un parto anticipato) e l'eventuale isoimmunizzazione materno-fetale.
    Raramente, l'amniocentesi può essere eseguita per rimuovere un eccessivo accumulo di liquido amniotico (definito polidramnios); in questi casi si parla di amniocentesi evacuativa.
    La principale indicazione dell'amniocentesi rimane la diagnosi prenatale di anomalie cromosomiche. L'indagine prioritaria è mirata all'identificazione di un'eventuale sindrome di Down e di altre patologie su base genetica. Nel caso particolari fattori di rischio lo richiedano, è comunque possibile identificare un ventaglio più o meno ampio di malattie cromosomiche (fibrosi cistica, sordità congenita, distrofia muscolare Duchenne, talassemia e molte altre). Oltre all'esame delle cellule, l'analisi del liquido amniotico può dare importanti indicazioni sulla presenza di malattie genetiche. L'alfa-feto-proteina (AFP), ad esempio, viene prodotta dal feto ed è dosabile nel liquido amniotico prelevato per amniocentesi. Quando il valore di AFP è elevato, esiste una concreta possibilità di malformazioni fetali, come difetti del tubo neurale (spina bifida, anencefalia o meningocele), difetti della parete addominale ed altri.

    Cosa succede se l'amniocentesi evidenzia una qualche anomalia

    Quando i risultati dell'amniocentesi mostrano un risultato patologico, la coppia viene immediatamente informata dal genetista sul significato dell'anomalia, sulle sue possibili implicazioni e sulle opportunità terapeutiche. Sulla base di queste informazioni, con il sostegno dei famigliari e degli operatori sanitari, la coppia deve prendere la decisione che ritiene più opportuna; quando la patologia è grave, dato che nella maggior parte dei casi non esistono possibilità concrete di cura, si presentano soltanto due possibili alternative: portare avanti la gravidanza, preparandosi ad accogliere o dare in adozione (nei termini previsti dalla legge) il bambino, oppure interrompere la gravidanza secondo tempi e modi previsti dalla legge.

    Alimentazione per un aumento ragionato del peso corporeo durante la gravidanza

    Capita l'importanza del costante monitoraggio del proprio peso corporeo, la gestante dovrebbe rendersi conto che in questo particolare periodo della vita non è necessario "mangiare per due" come consiglia, con troppa sufficienza, la tradizione popolare.
    Durante la gravidanza l'organismo materno deve costruire i tessuti del feto in formazione (3-3,5 kg), la placenta (500-600 g) ed il liquido amniotico (1 kg), depositare grassi di riserva (c.a. 3kg), sostenere l'espansione di sangue e liquidi interstiziali (2,5-3kg) e la crescita di seno (400 g) ed utero (1 kg); tutto ciò ha come conseguenza un aumentato bisogno di energia e nutrienti (i pesi riportati tra parentesi sono riferiti al peso medio delle rispettive strutture anatomiche al termine della gestazione).
    L'aumentata richiesta metabolica è mediamente soddisfatta attraverso un supplemento quotidiano di circa 250 calorie, l'equivalente di 100 grammi di pane o di una fetta di torta alle mele. In ogni caso è buona regola ricavare tale energia da alimenti nutrienti, ricchi, per esempio, di proteine di elevato valore biologico (carne, pesce con moderazione per la possibile presenza di mercurio e latticini, ricchi, tra l'altro, di calcio, un nutriente importantissimo per le donne in dolce attesa). Un buon apporto di fibra è importante per combattere la stitichezza ed i problemi emorroidali che si manifestano frequentemente durante la gravidanza.
    Come l'aumento ponderale, anche l'entità dell'apporto calorico dipende dalle condizioni della madre all'inizio della gravidanza: ad una gestante normopeso si raccomanda un incremento pari a 150-200 calorie al giorno, ad una madre sottopeso un incremento di 350-400 Kcal e ad una madre sovrappeso un incremento di 100-150 Kcal al giorno.

    Peso in gravidanza

    L'aumento di peso durante la gravidanza è un evento assolutamente fisiologico e, se rimane entro certo limiti, fondamentale per la buona salute del bambino e della madre. Nei primi tre mesi di gestazione l'aumento di peso è dovuto soprattutto all'accumulo di riserve energetiche (tessuto adiposo), necessarie per garantire al bambino un adeguato apporto di nutrienti negli ultimi mesi di gravidanza. E' questa, infatti, la fase in cui il feto cresce con maggiore rapidità, contribuendo concretamente all'aumento di peso della madre.
    Il peso della madre è importante non solo durante la gestazione, ma già al momento del concepimento. Iniziare una gravidanza con il giusto peso ed aumentarlo gradualmente ad un ritmo moderato, è infatti il modo migliore per crescere un figlio in maniera ottimale.
    L'incremento ponderale vero e proprio si fa più evidente a partire dal quarto mese, salvo poi rallentare negli ultimi tre mesi di gestazione. In questa fase l'aumento del peso materno è dovuto essenzialmente allo sviluppo del feto.
    A titolo esemplificativo riportiamo l'aumento del peso corporeo medio della gestante durante la gravidanza:
    PRIMO TRIMESTRE: 1,5-2 Kg (500 grammi al mese)

    SECONDO TRIMESTRE: 4,5-5,5 kg (350-450 grammi alla settimana)

    TERZO TRIMESTRE: 2,5-3,5 Kg (200-300 grammi alla settimana)
    In termini assoluti si ritiene normale un aumento, per tutto il corso della gravidanza, di circa 12 chili.

    Importanza del monitoraggio costante del proprio peso

    Il risultato fornito dal modulo di calcolo sovrastate dev'essere una guida, non una legge. Un leggero scostamento dai valori consigliati è spesso fisiologico ma è comunque bene non prenderlo troppo alla leggera. Il peso andrà quindi controllato regolarmente in modo da cogliere in tempo eventuali variazioni anomale. Se per esempio il peso corporeo lievita più di 1 kg in dieci giorni è bene rivolgersi al medico, specie quando tale aumento è accompagnato da mani e piedi gonfi ed edematosi.
    Sia un incremento eccessivo che una scarsa crescita del peso materno richiedono controlli medici adeguati. Un eccessivo aumento farebbe salire, per esempio, il rischio di feti "macrosomici" (di peso superiore ai 4kg) con possibili complicazioni al momento del parto. Una sovralimentazione durante la gravidanza affaticherebbe anche l'apparato digerente della gestante, con possibili ripercussioni sull'andamento metabolico del feto e del bambino (aumentato rischio di obesità infantile).
    D'altro canto una ridotta crescita di peso potrebbe essere indice di scarsa nutrizione fetale o di una patologia in corso ed aumentare, di conseguenza, il rischio di parti prematuri e di ritardi nello sviluppo, con ripercussioni di vario genere durante le età successive. Il basso peso alla nascita si associa generalmente ad una più elevata mortalità fetale e perinatale, aumentando il rischio di malformazioni e di stati anemici per carenza di ferro, vitamina A o vitamina B12.

    Gravidanza e allattamento influiscono sullo sviluppo del cervello

    Una lunga gravidanza e un periodo duraturo di allattamento sono gli elementi che consentono al cervello umano di svilupparsi più che in ogni altro mammifero e che ci rendono più longevi. A sostenerlo è una ricerca della Durham University, diretta da Robert Barton e Isabella Capellini e pubblicata su “Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS). La tesi di partenza era la dipendenza del cervello dei mammiferi dalle cure ricevute durante la gestazione e nella primissima infanzia. In particolare gli scienziati hanno considerato 128 diverse specie di mammiferi.



    Hanno poi incrociato i dati sulla grandezza del cervello di cuccioli e adulti, esseri umani compresi, con quelli della lunghezza della gestazione e dell’allattamento ed è risultato un rapporto proporzionale tra le dimensioni del cervello e le energie materne investite durante e dopo la gravidanza. Nello specifico quello che gli scienziati hanno scoperto è che più è lunga la gravidanza più è grande il cervello del bambino appena nasce, maggiore è la durata dell’allattamento e più questo cresce nei primi mesi di vita. Così per esempio, il cervello di un umano adulto può arrivare a 1300 centimetri cubi: merito di una gravidanza di 9 mesi e di un allattamento fino a tre anni. Quello di un daino, che ha un peso corporeo paragonabile, è solo di 220 cc perché il periodo gestazionale di questo animale dura sette mesi e l’allattamento solo sei. A questo proposito il professor Robert Barton ha dichiarato: «Sappiamo già che le specie con un cervello più grande si sviluppano lentamente, maturano più tardi e hanno una vita media più lunga, ma ciò che non è sempre stato chiaro è il motivo per cui il cervello e le esperienze di vita sono correlate. Una teoria è che il cervello di grandi dimensioni aumenta la durata della vita, rendendo l’animale, più in generale, flessibile nelle sue risposte comportamentali alle sfide imprevedibili. Le nostre scoperte ci aiutano a capire quali sono le implicazioni dei cambiamenti evolutivi in varie fasi, prima e dopo la nascita, ma ora abbiamo bisogno di fare ulteriori ricerche per determinare con esattezza come le modifiche alle fasi di crescita pre e post-natale incidono sulla struttura del cervello». Una cosa però è certa. Gli studi fatti confermano ancora una volta gli aspetti positivi dell’allattamento al seno e il forte legame che esiste tra questo e lo sviluppo del nascituro.

    martedì 28 giugno 2011

    La questione dei foci dentali come serbatoi di infezioni e problematiche connesse con la gravidanza

    E’ ormai risaputo che infezioni circoscritte (come un granuloma dentario, una cistite, un’infezione intestinale, ecc.) possono indurre o sostenere malattie localizzate o generalizzate distanti dall’infezione stessa Queste aree di infezione o infiammazione cronica, chiamate foci o focolai  causano solo  lievi disturbi locali,  mentre possono essere causa di gravi alterazioni in organi distanti (Reni, cuore, articolazioni, utero gravido ecc). Essi generalmente non sono clinicamente manifesti e spesso non sono neppure visibili radiologicamente.  Per ciò che concerne la gravidanza da questi ''serbatoi'',  i batteri tra cui in particolare lo streptococco agalattico, possono arrivare anche all'utero gravido.  Pertanto queste infezioni rappresentano un potenziale fattore di rischio di aborti,  parto prematuro,  di basso peso del neonato alla nascita e possono nuocere anche al bambino.
     
    In ambito odontoiatrico foci potenziali sono: denti con granulomi apicali, cisti, sinusiti, radici residue, denti inclusi, cicatrici post intervento, tasche, parodontopatie. 

    Riassumendo:   le modificazioni ormonali della gravidanza sono causa di alterazioni delle gengive  e della saliva che si associano ad una aumentata incidenza di carie e di gengiviti (parodontite), queste aree di infiammazione cronica (foci) possono anche dare problemi ad altri organi a distanza.  Per questo motivo durante la gravidanza l'igiene orale quotidiana dovrà essere ancora più scrupolosa ed occorre fare una visita dal dentista al primo, al secondo ed al terzo trimestre di gravidanza con sedute di pulizia dei dentri e gengive mediante ultrasuoni, ed eventuali cure ed estrazioni dentarie. 
    E bene ribadire che :

    le cure dentarie in gravidanza possono essere fatte anzi devono essere fattenon è vero che alle donne incinte non può essere effettuata l'anestesia locale,  è vero semmai che in una donna in gravidanza è preferibile fare l'anestesia locale  senza vasocostrittore. 
    D'altra parte perchè far soffrire inutilmente una donna in gravidanza, a causa del mal di denti?  non è meglio curare o togliere un dente piuttosto che negarle le cure dentistiche e costringerla all'uso prolungato di analgesici ed antibiotici?

     In ogni caso di fronte alla necessità di  eventuali interventi impegnativi da un punto di vista odontoiatrco, la donna in gravidanza, può sempre chiedere allo specialista ginecologo, che la segue,  un suo parere.

    Tuttavia è sempre meglio rivolgersi ad un odontoiatra che abbia esperienza di cure dentarie in gravidanza

    E sempre a proposito di cure dentarie in gravidanza
    Un  grande aiuto alle cure dentarie in gravidanza,  ed in particolare alle cure canalari (cosiddette devitalizzaizoni) ci viene dai cosiddetti " Rilevatori di Apice" si tratta di nuovi strumenti eletronici che sono in grado di segnalare al dentista qual'è la lunghezza esatta dei canali dentali, in modo tale da condurre a termine terapie canalari perfette senza dover ricorrere all'ausilio di raggi x.
    Veniamo adesso al problema RX dentali in gravidanza,      le RX dentali a causa della loro bassissima dose, non sono in grado di arrecare danni al prodotto del concepimento,  tuttavia, per prudenza, è sempre preferibile evitare di effettuare radiografie dentarie  in gravidanza, tranne che nei casi di effettiva utilità, in questo caso si dovrà schermare l'addome della  gestante, con l'apposito grembiule, limitando al minimo il numero delle RX dentali. Un problema aperto è quello delle donne che vanno dal dentista e che fanno RX dentali, senza sapere di essere  incinte, magari alle prime settimane,  fortunatamente in questi casi non si sono avuti mai casi di malformazioni fetali indotte da RX dentali, ci siamo documentati  su questo problema a tal punto da scoprire che persino le RX al Torace,  effettuate nelle donne incinte nel corso del primo trimestre, che non sapevano di essere in stato interessante, fortunatamente, non hanno mai dato problemi al feto. Questo dato indubbiamente ci tranquillizza. 


    Un accenno infine, ai farmaci di utilizzo odontoiatrico che si possono assumere in gravidanza, Per quanto riguarda gli antibiotici  possono essere somministrate senza alcun problema cefalosporine, pennicilline e macrolidi  (amoxicillina,  rovamicina, ampicillina ecc) come antidolorifici consigliamo senz'altro  il paracetamolo.      
                  


    Controlli odontoiatrici da fare in gravidanza

    I° Trimestre
    - Iniziare  una scrupolosa igiene orale domiciliare

    - Seguire un’alimentazione equilibrata per evitare carenze vitaminiche e di calcio
    - Effettuare una prima  visita di controllo odontoiatrica.

      Se necessario effettuare una seduta di igiene orale di denti e gengive mediante  ultrasuoni, allo scopo di eliminare il tartaro eventualmente già presente. Se da tale visita risultassero processi cariosi si consiglia di procedere alla loro cura, compreso le cure canalari, nel caso esistano radici necrotiche si consiglia di provvedere alla loro rimozione.

    2°Trimestre
    - Mantenere una scrupolosa igiene orale domiciliare
    - Effettuare una seconda visita di controllo odontoiatrica 

    Se da tale visita risultassero processi cariosi si consiglia di procedere alla loro cura, compreso le cure canalari, nel caso esistano radici necrotiche si consiglia di provvedere alla loro estrazione.
    Effettuare anche una seduta di igiene orale di denti e gengive mediante  ultrasuoni, allo scopo di rimuovere placca, tartaro e batteri, presenti a causa dei cambiamenti dell'ambiente orale fisiologici in gravidanza

    3° Trimestre
    - Continuare sempre a mantenere una scrupolosa igiene orale domiciliare
    - Effettuare una terza visita di controllo odontoiatrica 
    Se da tale visita risultassero processi cariosi si consiglia di procedere alla loro cura, compreso le cure canalari, nel caso esistano radici necrotiche si consiglia di provvedere alla loro rimozione.
     

    Effettuare anche una seduta di igiene orale di denti e gengive mediante  ultrasuoni, allo scopo di rimuovere placca, tartaro e batteri, presenti a causa dei cambiamenti dell'ambiente orale fisiologici in gravidanza.
    - Dopo il parto Eseguire nuovamente il controllo dal dentista e una seduta di igiene orale professionale, proseguire eventuali cure dentarie,  sostituire i denti mancanti, con protesi ed impianti. Nel corso dell'allattamento non sussitono limitazioni alle cure dentarie. 

    Massaggi a scelta tra rilassante, Ritrova il tuo benessere

    Se alla sera arrivi stanco a casa, con le gambe che reclamano il divano e la tua mente non vede l'ora di spegnersi davanti a qualche programma televisivo, allora è arrivato il momento di dedicare qualche coccola a te stesso.

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    Passione per il massaggio

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    - Rassodante: serve per modellare, drenare e tonificare il tessuto cutaneo. Si alternano sfioramenti a pressioni più decise per stimolare la reazione dei muscoli.

    - Linfodrenante: aiuta a stimolare la circolazione del sistema linfatico, favorendo l'eliminazione del ristagno dei liquidi negli spazi intercellulari, all’interno dei vasi sanguigni. Migliorando la circolazione linfatica, si depura l’organismo e si distendono le fibre muscolari.

    - Olistico: viene eseguito con movimenti precisi che alleviano le tensioni muscolari e stimolano il processo riequilibrante di mente e corpo grazie ai meridiani energetici.

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    • 3 massaggi a scelta tra:
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    • Ogni massaggio dura 30 minuti

    La questione del fluoro in gravidanza

    Alcuni dentisti consigliano di prendere, in gravidanza,  supplementi di fluoro, altri dicono che non serve a nulla,  vediamo come stanno le cose:
    Durante tutta la gravidanza, si sviluppano, solo le gemme dei denti decidui, i cosiddetti denti di latte,  quindi .... il fluoro somministrato in gravidanza, renderà più resistenti alla carie solo i denti decidui.
    Se vogliamo che anche i denti definitivi, si giovino dell'azione rinforzante del fluoro, dovremo somministrare fluoro, sotto forma ci compressine, ogni giorno, al bambino, dall nascita fino ai 10- 12 anni.
    Poichè la somministrazione del fluoro deve essere costante, altrimenti si hanno i denti con macchie "a striscie" se si decide di somministrare fluoro bisogna essere costanti, tutti i giorni, fino a 10 - 12 anni, epoca in cui erompe il secondo molare.  


    Come abbiamo visto, in gravidanza avvengono importanti cambiamenti che rendono le gengive più delicate e maggiormente predisposte ai processi infiammatori,  al tempo stesso anche i denti diventano più suscettibili ai processi cariosi.  A ciò si aggiunge la facile possibilità di riacutizzazione di pulpiti ed ascessi dentari e la formazione di focolai di infezioni (Foci),  che possono portare i germi dal cavo orale verso vari organi a distanza.Per questo motivo è opportuno effettuare, nel corso della gravidanza e dopo il parto,  visite di controllo dal proprio dentista di fiducia.

    Cure Dentali in Gravidanza, I denti in gravidanza si possono curare anzi .. si devono curare!

     In gravidanza c'è una aumentata incidenza di carie e di gengiviti  queste aree di infiammazione cronica (foci) possono anche dare problemi ad altri organi a distanza tra cui la palcenta e possono danneggiare anche  il bambino.



      Per questo motivo durante la gravidanza l'igiene orale quotidiana dovrà essere ancora più scrupolosa ed occorre fare una visita dal dentista  per  sedute di pulizia dei denti e gengive mediante ultrasuoni, e per  eventuali cure estrazioni dentarie.

    le cure dentarie in gravidanza possono essere fatte anzi devono essere fatte :  non è vero che alle donne incinte non può essere effettuata l'anestesia locale,  è vero semmai che in una donna in gravidanza è preferibile fare l'anestesia locale  senza vasocostrittore. 

    D'altra parte perchè far soffrire inutilmente una donna in gravidanza, a causa del mal di denti?  non è meglio curare o togliere un dente piuttosto che negarle le cure dentistiche e costringerla all'uso prolungato di analgesici ed antibiotici?



    Tuttavia è sempre meglio rivolgersi ad un odontoiatra che abbia esperienza di cure dentarie in gravidanza.






      Nel corso della gravidanza, la gestante va incontro a variazioni fisiologiche, fisiche e psicologiche con ripercussioni non trascurabili anche sulla salute dei denti e delle gengive. L’incremento dei livelli di progesterone e di estradiolo determina, infatti, un ambiente favorevole per lo sviluppo dei batteri del cavo orale e, al contempo, un aumento dell’infiammazione a livello della mucosa orale e gengivale.

    Ecco perché, nella maggior parte delle gestanti, la gravidanza si accompagna ad una tipica gengivite gravidica, caratterizzata da arrossamento, edema e sanguinamento.

    La gengivite gravidica può presentarsi già nel primo trimestre di gravidanza e in genere si risolve spontaneamente tre mesi dopo il parto. Tale situazione può, in alcuni casi, determinare anche recessioni gengivali, aumento della mobilità dentale e piccole formazioni gengivali quali i granulomi piogenici o “epulidi gravidiche”.

    Ma la gravidanza non crea solo problemi alle gengive ma  può creare seri problemi anche ai denti.
    Infatti un vecchio detto popolare dice anche che "ogni figlio costa un dente"  questo è vero anzi, a volte in gravidanza, si perde anche più di un dente, questo  perchè in gravidanza c'è una maggiore tendenza alle carie dentarie, si dice anche che questa maggiore tendenza alla carie sia dovuta ad una perdita di calcio dei denti a favore dello scheletro del bambino, quest'ultima affermazione invece  è falsa, in quanto il calcio che serve per lo scheletro del bambino viene prelevato direttamente sangue e quindi dalle ossa della madre che costituiscono un serbatoio di calcio notevole, il denti,  non riuscirebbero con il loro contenuto di calcio a soddisfare il bisogno fabbisogno di calcio necessario per la formazione dello  scheletro di un bambino, inoltre  i denti  non riescono a scambiare velocemente il calcio con il sangue, pertanto la loro percentuale di calcio rimane invariata  in situazioni di gravidanza.. 

    Ma allora perchè in gravidanza i denti si cariano  facilmente?  Come vedremo, ciò dipende molto dalla saliva.

    Infatti un'altro importante cambiamento che avviene nella donna gravida è la composizione della saliva che, in gravidanza, diventa  più acida e si arricchisce di glicoproteine è pertanto diviene particolarmente viscosa e densa, ciò impedisce alla saliva stessa di svolgere una delle sue fumzioni principali che è quella di prevenire la carie, a ciò si aggiunge il fatto che le gengive della gravida sanguinano facilmente e ciò determina, da parte della gravida un certo timore a spazzolare i denti,  tutto ciò spiega il  perchè in gravidanza c'è una maggiore tendenza alla carie dei denti.

    E stata rilevata una maggiore incidenza di parti prematuri in donne che soffrono di problemi ai denti ed alle gengive in gravidanza. Pare che, in caso di patologie dentarie  acute, vengano rilasciate in circolo elevate concentrazioni di prostaglandine (sostanze con attività biologica pro-infiammatoria), che favoriscono anche il travaglio. In tali casi, sembra che le cure dentarie e la pulizia delle gengive e dei colletti dentari,  prima della 35esima settimana di gravidanza riduca tale rischio. Per tutte queste ragioni risulta fondamentale per tutte le donne in gravidanza curare con maggiore attenzione la propria igiene orale sottoponendosi periodicamente ai controlli ed alle cure dentarie.




    I principali  cambiamenti che avvengono nella cavità orale delle gestanti:
     

    • variazioni del colore della gengiva da rosa pallido a rosa scuro
    • Le gengive diventano più gonfie, edematose, per così dire più friabili
    • La saliva diventa più acida per la presenza di acido
    • La saliva diventa più densa per la maggiore presenza di glicoproteine

    In queste condizioni le gengive sono più facilmente aggredibili dai batteri del cavo orale, mentre l'acidità, seppur modesta, della saliva può intaccare i componenti organici e minerali dei tessuti del dente. I sintomi che si possono verificare sono:

    • edema
    • sanguinamento spontaneo ed allo spazzolamento
    • alito cattivo
    • pseudo tasche gengivali
    • ed a volte pure piccole formazioni gengivali, denominati epulidi gravidiche. Si tratta di una infiammazione delle gengive è spesso localizzata ai denti anteriori, accompagnata da mobilità degli stessi, e può allarmare anche per i dolori sordi e diffusi
    Per questo motivo nel periodo della gestazione i focolai di carie preesistenti possono subire un rapido aggravamento, e per finire le gengive gonfie rendono più difficile l'igiene orale.
    I cambiamenti ormonali possono anche indurre un indebolimento delle difese gengivali oltre che una diminuzione della produzione di anticorpi e linfociti.

    lunedì 27 giugno 2011

    L' estate earrivata

    L'estate è arrivata in proprio e anche se ormai abbiamo avuto temperature superiori ai 35 gradi non significa che si deve trascurare la protezione contro i raggi solari.

    La nostra salute è molto importante ed è costantemente richiesto alla cura, e l'estate significa "lavoro" più intenso.
    Vacanze durante la stagione calda.

    Se avete programmato una vacanza durante il caldo, siete in ufficio o in casa è necessario seguire alcune regole severe per quanto riguarda la protezione in tempo caldo.
    Come mantenere il tono durante l'estate?

    1. Non è consigliabile uscire fuori di casa tra 12-17 ore, quando il sole "bruciare" di per sé. Se non hai scelta, abbigliamento adeguato, con vestiti (il migliore sarebbe quello di coprire tutto il corpo!), Di colore chiaro. Andare il più possibile all'ombra e vanno di volta in volta in luoghi con aria condizionata.

    2. Indossare sempre un cappello, una sciarpa o un cappello per proteggere la testa e gli occhi con un paio di occhiali, acquistare da una farmacia o da aziende specializzate, per proteggersi dal sole.


    3. Usare creme con protezione contro il sole tutto il corpo. Anche se nuvoloso o piove, è necessario un elevato fattore di protezione. Corpo può usare uno spray o una crema con SPF almeno 10, e per una crema idratante con SPF di almeno 20. E le persone con pelle scura o abbronzata dovrebbero usare queste creme!

    4. Non utilizzare il trucco eccessivo caldo. Fondotinta  in polvere, il trucco può essere sciolto al sole e alla polvere mescolato con il sudore e si trasforma in "fiumi" di microbi. Utilizzare più color crema con fattore di protezione elevato. Durante il giorno è possibile utilizzare uno spruzzo di acqua termale per rinfrescarvi.

    5. Idrato te stesso! Bere acqua, tè, succhi di frutta, mangiare minestre. Sempre portare con voi una bottiglia di acqua minerale fredda. Seguire una dieta basata su frutta e verdura in estate! Evita la caffeina (caffè e soda), non consumare alcol e non mangiare cibi fritti - tutto quello che disidratano e vi     dara un cattivo umore.

    6. Durante il giorno, tenere i finestrini chiusi in casa o in ufficio con le persiane chiuse. L'aria condizionata deve operare sul gradino più basso, ma deve essere regolato con solo 5-7 gradi inferiori a quelli indicati dal termometro esterno.


    7. Docce fredde non sono una soluzione! Anche se la temperatura dell'acqua molto calda dovrebbe avere un medio-alto per il vostro corpo di adattarsi al di fuori e non sudare troppo. I migliori sono docce scozzesi, acqua calda 2 minuti, 1 minuto di acqua fredda.  


    8. Cercate di stare il meno in cucina, davanti alla stufa o forno. Cuocere in la mattina presto o la sera tardi e di evitare la pausa pranzo. E 'meglio mangiare alimenti freschi in estate, che non necessita di cottura caldo.

    9. Riposo e relax! Fare pause più frequenti, se sei al lavoro, 10 minuti ogni ora durante il quale si può bere una limonata fredda con limone e menta, o fare alcune mosse rinfrescante.

    Se siete in vacanza o stare a casa, dormire un'ora per il pranzo e non camminano nella stagione calda. Tuttavia, se si prende al di fuori di calore ad alta, sedersi all'ombra, un patio e bere tè caldo.


    10. Non dimenticare di proteggere i bambini! Si consiglia di sedersi sulla spiaggia tra le ore 12-16, i bambini più dovrebbero essere protetti dalla luce solare. Utilizzare per il po 'di crema con SPF alto (minimo 30), abbigliamento in fibre naturali, cappelli e persino occhiali da sole.

    Insegnate loro a bere molta acqua durante la stagione calda e dare loro cibi leggeri con molta frutta e verdura lavata.

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