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mercoledì 31 agosto 2011

Nausea in gravidanza?

Il bambino sarà più a rischio depressione?
La nausea è uno dei più classici e diffusi disturbi della gravidanza, che colpisce la futura mamma soprattutto durante il primo trimestre. Di solito si tratta di un malessere transitorio, ma in pochi, sfortunati casi, può diventare un problema davvero invalidante. Parliamo di una sindrome specifica, denominata iperemesi gravidica, in cui la nausea e il vomito diventano un incubo che accompagna la donna incinta per tutto il giorno e per tutta la durata della gestazione.
Nausea gravidanza depressione bambino

Purtroppo, questo disturbo, che colpisce circa l’1% delle gestanti, può diventare preoccupante non solo per il benessere della mamma, ma anche per quello del feto nell’utero, che può subire delle conseguenze spiacevoli dopo la nascita. I ricercatori della Geffen School of Medicine dell’UCLA (California, USA), grazie ad uno studio effettuato su 150 neo mamme che avevano sofferto proprio di iperemesi gravidica, hanno scoperto che i loro bambini erano più soggetti a sviluppare problemi alla sfera neurologica, come depressione, ansia e disturbo bipolare. L’iperemesi gravidica va seguita con attenzione dai medici, e se necessario necessita anche del ricovero ospedaliero, per permettere alla mamma di essere nutrita e idratata adeguatamente.

Disturbi in gravidanza: i crampi

I crampi muscolari in gravidanza sono uno degli innumerevoli disturbi che una donna deve sopportare durante i nove mesi della dolce attesa, in aggiunta alle classiche nausee mattutine, alla sonnolenza, alle fastidiose perdite intime e alle fluttuazioni dell’umore. Ovviamente si tratta di malesseri tutti perfettamente fisiologici, nella maggior parte dei casi dovuti all’aumento degli ormoni della gravidanza nel sangue, e comunque di lieve entità. La futura mamma affronta qualunque prova per portare a termine la gestazione nel migliore dei modi e dare alla luce il suo bimbo, però, a volte di pazienza ce ne vuole davvero tanta!

I crampi costituiscono un disagio che non colpisce tutte le donne incinte, ma che quando si presenta suscita un po’ di apprensione. Si verificano soprattutto durante il terzo trimestre, quando il pancione comincia a “pesare” sul serio, e nottetempo, disturbando il sonno. Come si manifestano? Sono dei dolori improvvisi e anche molto forti che interessano le gambe. Dal punto di vista medico, si tratta di contrazioni involontarie della muscolatura, ma non sono un sintomo di cui preoccuparsi più di tanto, nè indicano una condizione patologica .

Anzi, in verità le cause non sono ancora del tutto chiare. I medici sospettano che i crampi che attanagliano le gestanti a partire dal settimo mese dipendano da una modifica (naturale) e un rallentamento della circolazione venosa o, più probabilmente, da una sorta di squilibrio/carenza di sali minerali quali potassio, magnesio, calcio, sodio, “sottratti” alla madre dal feto in pieno sviluppo.

Le contrazioni, pur molto dolorose, non durano mai più di 1-2 minuti, e colpiscono soprattutto piedi, polpacci e cosce. Non si tratta di un disturbo grave ma può essere piuttosto fastidioso, quali, perciò, i rimedi? Innanzi tutto, i crampi si possono prevenire attraverso una corretta alimentazione, ricca di frutta e verdura (soprattutto ortaggi a foglia verde, pomodori, legumi, patate, banane, kiwi) e di calcio (contenuto in latte e yogurt ma anche in verdure, carne e pesce).

In secondo luogo, è bene praticare regolare attività fisica leggera, come le camminate o il nuoto in estate e non dormire con coperte troppo strette intorno al corpo, soprattutto alle gambe. Da tener presente che questo disturbo si verifica più di frequente tra le gestanti che affrontano il terzo trimestre in estate, perchè il caldo porta una perdita di sali minerali dovuta al sudore e influisce anche sulla circolazione venosa.

Come prevenire e curare i crampi in gravidanza naturalmente

Tra i tanti piccoli disturbi della gravidanza, ci sono anche i crampi muscolari, che possono colpire le gambe e i piedi della donna incinta soprattutto durante la fase conclusiva della gestazione. Non bisogna assolutamente allarmarsi, anche se si tratta di contrazioni involontarie abbastanza dolorose e improvvise, la donna deve sapere che non si tratta di nulla di grave e neppure di un fenomeno raro, al contrario! Soprattutto nel corso del terzo trimestre, quando il pancione diventa bello ingombrante, svegliarsi nel cuore della notte con uno spasmo acuto al muscolo del polpaccio o alle dita dei piedi non è affatto inusuale. Vediamo quali sono le cause dei crampi in gravidanza e come poterli prevenire e curare quando si presentano.

Crampi in gravidanza prevenzione

Le cause dei crampi in gravidanza.

I crampi muscolari nel corso dell’ultima fase della gravidanza sono dovuti, fondamentalmente, a due fattori: da un lato il peso del feto nell’utero che va a comprimere i nervi e i vasi sanguigni delle gambe, dall’altro un piccolo squilibrio elettrolitico. In buona sostanza, da un lato è colpito il sistema nervoso e circolatorio (che un po’ si inceppa a causa dell’aumento ponderale), che va a scapito dell’apparato muscolare, dall’altro il metabolismo. Carenze di minerali come il magnesio, il potassio e il calcio possono determinare queste ripercussioni sulla muscolatura degli arti inferiori. Il fenomeno dei crampi può accentuarsi nel caso che vi siano problemi pregressi legati alla circolazione sanguigna o quando l’aumento ponderale diventa piuttosto importante.

Come prevenire i crampi in gravidanza

Per prevenire, per quanto possibile, i crampi durante l’ultimo trimestre della gravidanza, la donna in dolce attesa deve seguire qualche semplice regola di comportamento, a cominciare dalla tavola. Come abbiamo anticipato, infatti, una delle cause delle contrazioni muscolari che possono verificarsi in modo improvviso, è una carenza di alcuni sali minerali come il magnesio e il potassio. Per questo motivo, è necessario garantirsi il giusto apporto di queste sostanze attraverso una corretta alimentazione, privilegiando alcuni cibi specifici. Innanzi tutto, però, è bene ricordarsi di bere molta acqua, specie durante l’estate, perché proprio quest’ultima è la principale fonte di minerali. In secondo luogo, frutta e verdura non devono mai mancare ad ogni pasto, in particolare banane, kiwi, patate, legumi (sia secchi che freschi), tutti i vegetali a foglia verde e i pomodori. Inoltre, particolare attenzione anche ai latticini per il loro apporto di calcio, specialmente lo yogurt, infatti il feto nel suo sviluppo “sottrae” alla mamma molto di questo minerale prezioso, ecco perché è così importante non rimanere “a secco”! Ma la prevenzione dei crampi non si conclude a tavola. Anche il movimento è necessario per evitare sgradevoli conseguenze muscolari. Fare tante passeggiate e svolgere una regolare attività fisica adatta alla gravidanza, come lo yoga o il nuoto, aiutano a mantenere in efficienza la muscolatura fino all’ultimo mese. Anche indossare indumenti comodi e che non “costringano” il corpo in nessuna parte è buona norma, specialmente è bene evitare pantaloni troppo stretti e biancheria intima inadeguata, proprio per evitare che si verifichino compressioni dei nervi e dei vasi sanguigni. Anche le coperte non devono stringersi attorno al corpo durante la notte. Cercate, inoltre, di non rimanere ferme in una stessa posizione troppo a lungo e se vi sentite contratte, concedetevi un bel bagno caldo o tiepido, o dei pediluvi, magari con del sale grosso defatigante.

Come curare i crampi in gravidanza

Nonostante tutte le precauzioni e le misure preventive adottate, un qualche episodio di crampi notturni (o diurni), può sempre verificarsi. Qual è, in questi casi, il primo intervento? Innanzi tutto, un bel massaggio della parte colpita dalla contrazione muscolare, provvedendo a “tirare” bene la muscolatura per farla distendere. Anche avvolgere la parte in un asciugamano caldo è ottimo rimedio, perché il calore ha un effetto distensivo sulla muscolatura. Per una maggiore efficacia del massaggio potete applicare anche degli oli o delle pomate che si “scaldino”, come l’Arnica, ad esempio. Ancora, anche i rimedi omeopatici possono essere utili per contrastare il fenomeno dei crampi, come Oligoel n° 8 e Oligoel n° 14, che sono dei preparati proprio a base di magnesio e potassio. In conclusione, se i crampi dovessero moltiplicarsi nonostante tutte le vostre misure precauzionali, è meglio che vi rechiate dal medico perché potrebbe esserci qualche problema di circolazione venosa più importante.
 

Quali sono i sintomi della gravidanza del primo mese?

Moltissime donne se lo sono chieste: quali sono i sintomi della gravidanza del primo mese? Ovviamente oggi vi daremo alcuni consigli ma ricordate che l’unico modo per essere veramente certe di essere incinta è fare un test di gravidanza o andare dal ginecologo. I sintomi dei primi mesi possono infatti spesso essere confusi con quelli del ciclo o con altri problemi: il condizionamento psicologico di chi cerca un bambino poi non aiuta e ci porta a vedere un sintomo anche dove non c’è.

Chiaramente il primo sintomo lampante è l’amenorrea, ovvero la scomparsa delle mestruazioni. Attenzione però, potrebbe anche essere associata ad un periodo di stress o ad altre patologie che non riguardano certo la gravidanza.

Alcune donne cominciano da subito a sentire dolore e gonfiore al seno, stato che può però anche indicare l’arrivo del ciclo.

Ci possono poi essere molti altri sintomi, che variano da donna a donna. Uno di questi può essere la stanchezza (che si presenta ad 1-6 settimane dal concepimento), oltre alla sensibilità agli odori e alla nausea (che arrivano circa 2-8 settimane dopo il concepimento).

Ricordate poi che molto dipende poi da donna a donna. Solitamente i sintomi veri arrivano dopo un mese o due dal concepimento ma ci sono anche donne che li avvertono dopo soli 10 o 15 giorni.

Per mantenersi in forma durante la gravidanza lo yoga è perfetto.

Yoga gravidanza eserciziEcco due semplici esercizi:

Durante la gravidanza per una donna è importante mantenersi in forma, perché questo non solo permette di ritornare facilmente e velocemente al proprio peso dopo il parto, ma soprattutto fa sì che i nove mesi della dolce attesa siano più facili da vivere risentendo di meno di disturbi come mal di schiena e crampi. A tale scopo, una delle attività sportive più indicate per tutte è sicuramente lo yoga, che tra l’altro aiuta anche a mantenersi rilassate e serene, perché agisce a livello emotivo e psichico, non solo fisico.

Un benessere globale che può essere mantenuto semplicemente praticando quotidianamente qualche semplice esercizio. Oggi ve ne presentiamo due, facili e ottime anche per facilitare il parto quando sarà il momento. Si tratta delle posizioni dette del Gatto e della Farfalla, vediamo come eseguirle.

  1. Posizione del Gatto:
  • Ci si pone a quattro zampe, le gambe e le braccia parallele e le mani aperte poggiate a terra. Inspirando quanto più profondamente possibile, si deve inarcare la schiena spingendo il pancione verso il basso e sollevando il viso e il collo verso l’alto. Si manterrà la posizione per qualche secondo, trattenendo il respiro, quindi, espirando, si raggiungerà la posizione opposta. Incurvando la schiena (proprio come i gatti) si abbasserà anche il viso, spingendo il meno verso il petto. L’esercizio si ripeterà alcune volte, in modo dolce e lentamente. I benefici della posizione del gatto sono relativi alla muscolatura di schiena, addominali e bacino, che vengono mantenuti elastice.
    •      Posizione delle Farfalla:
      • Ci si siederà per terra con la schiena dritta, gambe piegate in modo che le piante deipiedi combacino l’una contro l’altra e i talloni siano quanto più vicini possibile al bacino. Le mani si posizioneranno sulle punte dei piedi uniti, tenendole, e così si effettueranno delle oscillazioni delle gambe e delle ginocchia. Questo semplicissimo e classico esercizio, è davvero estremamente utile per mantenere tutta l’area del bacino elastica








    La merenda dei bambini

    La merenda dovrebbe fornire il 10-15% delle calorie quotidiane, ma le esigenze possono cambiare da bambino a bambino, vediamo insieme come regolarci.

    Mamma cosa mi hai portato per merenda? Una domanda semplice, che dovremmo però porci noi genitori prima di proporre lo spuntino pomeridiano ai nostri bambini. “La merenda, infatti, non è un riempitivo tra un pasto e l’altro ma uno spuntino importantissimo che, se integrato con gli altri pasti, può fornire nutrienti importanti per la crescita dei più piccoli”, spiega il dottor Giorgio Donegani, Dottore in Scienze e Tecnologie Alimentari e Docente di merceologia degli alimenti presso il Politecnico del commercio di Milano.

    Per i bimbi con un giusto peso. La merenda ideale è a base di carboidrati complessi che forniscono energia, di una piccola quantità di proteine, di vitamine e minerali. In pratica puoi dare a tuo figlio una fetta di crostata con una frullato. o due fette di pane leggermente tostato con la marmellata e un succo di frutta, oppure una merendina con un frullato.

    Per i bimbi un po’ in carne. “La merenda deve essere gustosa e saziante ma non troppo calorica”, dice Donegani. Puoi quindi proporre della frutta fresca, magari sotto forma di macedonia, anche con una pallina di gelato, purché alla frutta perché meno calorico. In alternativa puoi preparare la frutta cotta al forno (anche al microonde) o dei frullati con acqua, un po’ di succo di limone e poco miele per dolcificare.

    Per i bimbi magrolini. “La merenda può essere uno dei momenti migliori per integrare la dieta”, dice Donegani. Stuzzica il suo appetito con una crema a base di miele e ricotta da spalmare sul pane, oppure proponi uno yogurt con un paio di cucchiai di muesli. Aggiungi sempre un succo di frutta, un frullato o una spremuta fresca. E 1-2 volte la settimana puoi optare per una merenda decisamente più calorica, a base di pane e prosciutto o di pane e formaggio, che fornisce anche 450 calorie.

    martedì 30 agosto 2011

    Consigli e rimedi per evitare di passare la notte in bianco

    Anche i più piccoli possono soffrire d’insonnia


    Ninna nanna, ninna-oh…Forse hai sempre pensato che l’insonnia fosse un problema degli adulti. Invece riguarda anche i piccoli: ha problemi di sonno il 20-30% dei bimbi nel primo anno di vita. A differenza dell’insonnia dei “grandi”, per ritrovare la buona “nanna” non sono mai necessari farmaci. È sufficiente mettere in pratica delle semplici regole di igiene del sonno che servono a ristabilire il ritmo del riposo e della veglia. “L’insonnia nei piccolini è legata, nella metà dei casi, a un preciso disturbo”, spiega Susanna Esposito, vice-direttore dell’Unità operativa di pediatria I, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano.

    Che male al pancino!

    La causa più frequente è la colica gassosa, provocata da un po’ di aria nell'intestino. In questo caso il bambino piange disperato, irrigidisce le gambe, scalcia e non si calma neppure se lo si culla. Per aiutarlo a superare la crisi fagli un massaggino sulla pancia in senso orario, senza toglierlo dal suo lettino. Parlane però con il pediatra: a volte è semplicemente un problema di tettarella consumata, per cui il piccolo mentre mangia aspira aria.
    Si può trattare però anche del segnale di un'intolleranza al latte artificiale che gli stai dando. I sintomi? È irritabile, fatica ad addormentarsi e quando finalmente il sonno ha il sopravvento non è mai ininterrotto. In questo caso prova a sostituire il prodotto che stai usando con quello di un’altra marca. Oppure passa al latte di soia per uso pediatrico: non contiene lattosio che è la sostanza che scatena il disturbo.

    Come puoi consolare il tuo bimbo quando piange?


    Per calmarlo, canta dolcemente solo per lui, stringilo a te e cullalo avvolto in un lenzuolino.


    Piange: come puoi consolare il tuo bimbo?Quattro neonati su cinque piangono diverse volte al giorno. Nella maggior parte dei casi queste crisi - che possono durare anche un’ora - sono provocate dalle coliche, ma altre volte si verificano senza una causa apparente soprattutto verso sera. Una delle spiegazioni proposta dagli esperti potrebbe essere la confusione e il senso di disordine che spesso regnano nelle case prima dell’ora di cena, momento in cui si rientra dal lavoro. In altri casi questo pianto è liberatorio e arriva improvviso al termine della giornata, quando il bimbo è piuttosto stanco. Vediamo perché i piccolissimi piangono e come è possibile consolarli.
    Il problema coliche
    Se il bimbo piange, soprattutto verso sera, in modo inconsolabile emettendo vere e proprie urla è in corso una colica: il tratto digestivo, ancora immaturo, si contrae violentemente al passaggio dei gas. Altri segnali di conferma: il neonato porta le ginocchia verso l’alto, stringe i pugni e chiude gli occhi oppure li spalanca corrugando la fronte e trattenendo il fiato. Il bimbo in questa situazione cerca il seno della mamma o il biberon, ma poi lo rifiuta appena prova a succhiare.

     I rimedi
    È importante prevenire l’aerofagia, ossia l’ingestione di aria durante la deglutizione. Il consiglio è quello di tenere il bambino il più possibile semi-seduto quando lo si allatta. E ancora: fargli fare spesso il ruttino. Se prende il latte artificiale tieni sempre il biberon ben sollevato, stai attenta che la tettarella sia costantemente piena di latte così il piccolo non ingurgita aria.

    lunedì 29 agosto 2011

    Taglio cesareo, addio cicatrice

    Il lipofilling è una soluzione semplice e indolore 

    Lineare e ben nascosta anche dal bikini, la cicatrice che lascia un parto cesareo è, però, raramente una bella cicatrice. “E questo per due ragioni”, dice Marco Klinger, professore di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica presso l’Università degli Studi di Milano - Istituto Clinico Humanitas. “La prima è che bisogna accostare due lembi di tessuto molto diversi tra loro: quello addominale, solitamente molto sottile proprio a causa della gravidanza, e quello pubico, costituzionalmente più spesso e adiposo. Suturare in queste condizioni può dar luogo a una sorta di scalino. La seconda, poi, è che chi ha subito un taglio cesareo difficilmente presta alla cicatrice, proprio per il momento che si trova a vivere, le cure e l’attenzione che questa meriterebbe per guarire al meglio".

    Una questione genetica 
    In cosa consistono queste "cure"? In sostanza, in pochi minuti di massaggio al giorno e nella compressione della cicatrice, almeno durante la notte, con un cerotto di carta o microporoso, che serve ad evitare che la cicatrice sia ipertrofica, cioè si sviluppi troppo, diventando ancor più evidente.
    "E poi non bisogna dimenticare che la qualità delle cicatrici è pesantemente determinata da questioni genetiche, per cui ci sono persone che costituzionalmente sviluppano brutte cicatrici, anche quando si sono avute tutte le accortezze, mentre ce ne sono altre che tendono a non conservare segni".


     

    La dieta in gravidanza: vietato mangiare per due!

    Una corretta alimentazione è indispensabile per garantire la salute della mamma e un’evoluzione senza problemi del feto

     

    La dieta in gravidanza: vietato mangiare per due!
    Il concetto che la gestante debba “mangiare per due” è ormai superato. "Il fabbisogno giornaliero di calorie da introdurre varia da circa 2000 a 2500 calorie. È molto importante seguire una dieta il più possibile varia ed equilibrata con non meno di 1600 calorie giornaliere, per non provocare un ritardo di crescita fetale, specialmente nel terzo trimestre di gravidanza" puntualizza il prof. Claudio Giorlandino, Presidente della S.I.Di.P Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale.  Tuttavia, questo calcolo rappresenta un'indicazione di massima, da variare a seconda dell’indice di massa corporea: legato, cioè, al peso pregravidico ed alla statura. L’aumentato fabbisogno energetico nel periodo di gestazione non deve far dimenticare l'importanza di mantenere un adeguato equilibrio tra proteine, carboidrati e grassi. "Durante la gravidanza è richiesto un maggior apporto di quasi tutte le vitamine, in modo speciale di acido folico, vitamina A, vitamina D e vitamina C" continua il prof. Giorlandino. Aumenta anche la richiesta di minerali, in particolare calcio (se non è l’alimentazione materna a fornirlo, saranno le ossa della madre a privarsene, decalcificandosi), ferro (spesso è necessario ricorrere a supplementazioni), fosforo, magnesio e iodio. L’acido folico è una delle vitamine più spesso deficitarie durante la gravidanza e pertanto vengono generalmente prescritti preparati integrativi allo scopo di prevenire un’anemia da carenza di folati, nonché l’insorgenza nel nascituro di malattie quali la spina bifida e la anencefalia, riunite sotto il nome di difetti del tubo neurale (NTD).

    I consigli alimentari non sono molto diversi da quelli che vengono forniti per una normale dieta equilibrata:

    - mangia molti cereali integrali, frutta e verdura freschi di stagione per fare scorta di vitamine e fibre, preziose per il mantenimento della motilità intestinale

    - consuma almeno due volte al giorno alimenti ad alto contenuto proteico, come carne, uova, legumi per il loro contenuto di ferro, indispensabile per la formazione dei globuli rossi e quindi per prevenire l'anemia

    - latte, noci e verdure a foglia verde sono importanti per il loro contenuto di calcio, ferro e acido folico

    Dieta lipotropa in gravidanza riduce il rischio di cancro al seno nella nascitura

    Dieta lipotropa in gravidanza riduce il rischio di cancro al seno nella nascitura

    Chung S. Park, professore di scienze animali presso la North Dakota State University, ha pubblicato un importante lavoro inerente la prevenzione dello sviluppo del cancro al seno nelle figlie di donne a rischio di cancro.  Secondo i dati della ricerca, la dieta di una futura madre, contenente alcuni particolari nutrienti, può potenzialmente ridurre il rischio di cancro al seno nelle figlie femmine. Il dott. Park ha studiato 45 cavie organizzate in due gruppi: un gruppo serviva da controllo, mentre l'altro è stato nutrito con una particolare dieta. I cuccioli che sono nati, sono stati divisi in gruppi in base al regime alimentare della madre durante il periodo di gestazione. Le femmine, sono quindi state trattate con una sostanza chimica in grado di indurre il cancro al seno. I risultati dello studio hanno dimostrato che la prole di madri trattate con la particolare dieta lipotropa (gruppo metilico contenente sostanze nutritive, tra cui la metionina, colina, acido folico e vitamina B12) manifestavano una minore incidenza di contrarre tumori,oppure una crescita ridotta degli stessi rispetto al gruppo di cavie di controllo.

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