Il lipofilling è una soluzione semplice e indolore
Lineare e ben nascosta anche dal bikini, la cicatrice che lascia un parto cesareo è, però, raramente una bella cicatrice. “E questo per due ragioni”, dice Marco Klinger, professore di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica presso l’Università degli Studi di Milano - Istituto Clinico Humanitas. “La prima è che bisogna accostare due lembi di tessuto molto diversi tra loro: quello addominale, solitamente molto sottile proprio a causa della gravidanza, e quello pubico, costituzionalmente più spesso e adiposo. Suturare in queste condizioni può dar luogo a una sorta di scalino. La seconda, poi, è che chi ha subito un taglio cesareo difficilmente presta alla cicatrice, proprio per il momento che si trova a vivere, le cure e l’attenzione che questa meriterebbe per guarire al meglio".Una questione genetica
In cosa consistono queste "cure"? In sostanza, in pochi minuti di massaggio al giorno e nella compressione della cicatrice, almeno durante la notte, con un cerotto di carta o microporoso, che serve ad evitare che la cicatrice sia ipertrofica, cioè si sviluppi troppo, diventando ancor più evidente.
"E poi non bisogna dimenticare che la qualità delle cicatrici è pesantemente determinata da questioni genetiche, per cui ci sono persone che costituzionalmente sviluppano brutte cicatrici, anche quando si sono avute tutte le accortezze, mentre ce ne sono altre che tendono a non conservare segni".